E’ stato presentato nei giorni scorsi a Muggia (TS), nella cornice di Porto San Rocco, Barcotica, un progetto che ha l’obiettivo di semplificare al massimo l’interfaccia utente per rendere realmente fruibili, anche da personale non esperto, le numerose tecnologie di frontiera presenti a bordo degli yacht concentrando le informazioni sull’imbarcazione – normalmente distribuite su sistemi eterogenei e complessi – in un’interfaccia unica, semplice e intuitiva.
Disponibile non solo in plancia, ma anche su iPad, il nuovo sistema Barcotica visualizza in un unico ambiente tutte le informazioni presenti sui dispositivi di bordo, guida l’armatore nella scelta del porto dove fare rifornimento e, quando le performance dello yacht si abbassano per la presenza di vegetazione sullo scafo, segnala il momento giusto per effettuare il carenaggio.
Barcotica è un progetto nato dall’esperienza di Monte Carlo Yachts in collaborazione con Università di Udine e AREA Science Park di Trieste e la partecipazione di Teorema Engineering ed Eidon Kaires, due imprese specializzate rispettivamente in ambito informatico e nella progettazione/sviluppo di sistemi di visione.
“Ci siamo concentrati, in modo particolare, sul rendere la barca più accessibile – spiega Fabrizio Iarrera, Amministratore Delegato Monte Carlo Yachts SpA. Nel mondo del lusso, nel quale il nostro armatore si muove generalmente nella sua vita privata, nuove tecnologie ed elementi d’innovazione sono sempre più vicini alla sua possibilità di utilizzo. Mi riferisco, in modo particolare, alla capacità d’interagire con il mondo circostante attraverso strumenti quali smartphone, iPad o elementi di questo genere. Abbiamo provato a rendere tutto questo più vicino all’utilizzo di una imbarcazione da diporto, trasferendo alcuni dei sistemi, degli impianti e dei modi di utilizzare l’imbarcazione più vicini all’armatore, attraverso, un’interfaccia domotica semplice”.
Nell’ambito del progetto è stato inoltre sviluppato un sistema di visione innovativo in grado di segnalare la presenza di oggetti semi-sommersi in mare che sfuggono al rilevamento di radar ed eco-scandagli.
La possibilità di vedere un oggetto semi galleggiante aumenta la sicurezza della navigazione ed evita impatti che possono avere conseguenze anche molto gravi. Come accaduto a Josh Hall, skipper di “Gartmore” che, alcuni anni fa, durante la prima tappa del giro del mondo in solitario, fu affondato dalla collisione con un container. Alcune stime riferiscono di oltre 10.000 container persi in mare ogni anno.
Il dispositivo di visione sviluppato da Eidon è quindi un’innovazione di grande utilità per la sicurezza in mare di navi, yacht e barche a vela. Accanto a questo, un ulteriore risultato del progetto Barcotica è la tecnica innovativa di riduzione del rumore di fondo sviluppata dall’Università di Udine e presentata in occasione dell’International Conference on Image Processing, conferenza scientifica internazionale dedicata all’elaborazione di immagini e video.
Via | press.area.trieste.it