Fastnet forza 10 – di John Rousmaniere |
Ricorre il trentennale della famigerata Fastnet del 1979. Quale miglior occasione per riproporre un vecchio articolo che parla di un libro che ne fa l’analisi degli avvenimenti…
Fastnet: forza 10. Sottotitolo: Storia completa della più tragica regata di tutti i tempi.
E’ la cronaca di quanto accadde in quel famigerato agosto 1979, quando a causa di una tempesta, durante la più antica delle regate, persero la vita 15 velisti, decine rimasero feriti ed altrettanti furono costretti ad essere soccorsi dai mezzi di salvataggio.
Il libro analizza in modo dettagliato e puntuale i tre fattori che hanno contribuito al disastro, la situazione meteo in sè, come la situazione meteo è stata male interpretata dagli addetti e la cronaca vera e propria di quando accadde sulle singole barche.
John Rousmaniere quella regata l’ha vissuta di persona a bordo di Toscana.
Giuro che la prima sera dopo averlo letto ho avuto incubi di mare in tempesta e onde alte come palazzi.
Titolo: Fastnet: forza 10. Storia completa della più tragica regata di tutti i tempi
Autore: Rousmaniere John
Editore: Mursia (Gruppo Editoriale)
Data di Pubblicazione: 2008
Collana: Biblioteca del mare
ISBN: 8842539716
ISBN-13: 9788842539711
Pagine: 224
Ciao Sergio
sai che ho conosciuto uno che quella regata l’ha fatta?
Si chiama Bruno, è di trieste; è stato per qualche tappa il timoniere di Catania, il Giro 34 iscritto al Giro d’Italia 07 su cui ho fatto qualche giorno.
Bruno è un finnista, oltre che frequentatore più o meno storico del Giro; e di mestiere fa il pittore in piazza Navona a Roma.
Ci ha raccontato brevemente di quell’esperienza, nelle serate della carovana del giro. Non so quanto della sua aria da lupo di mare venga da quell’esperienza o da tutte le altre miglia che ha fatto.
Di lui serbo questo ricordo: durante la lunga Trieste Ravenna, verso le 4 di mattina, con poco più di 20 nodi di bolina, lui era al timone e io alla randa. Teneva la barra con un braccio, aveva il busto infilato tra le due draglie e con l’altro braccio si teneva a quella alta. Io, più che lavorare la randa che era quasi sempre completamente in bando, gli passavo la bottiglia dell’acqua fresca, che gli serviva a togliere quella di mare dagli occhiali, per evitare che gli aloni di salso gli impedissero la vista.
Buon vento Bruno!