Petrel 28 – prova su strada |
Come annunciato, ieri ero a Grado a provare il Petrel 28 di Cristian Pilo, costruzione cantiere TLY di Treviso.
Butto lì qualche anticipazione, appena avrò organizzato il materiale e metabolizzato la prova scriverò qualcosa di più completo.
Tanto per iniziare lo dico io e sgombro il campo da qualsiasi commento scontato che potrà venire, la tuga è profondamente invadente dal punto di vista estetico, lo so… ma se vuoi un metro e ottanta di altezza in dinette ed oltretutto su una barca pensata per essere autocostruita… così è e così te la tieni. Fine della storia (spero di non leggere banalità nei commenti)
La barca in certe soluzioni presenta qualche difetto caratteristico del numero 1, tipo la barra che non si può mettere in verticale per liberare il pozzetto in porto, sempre la barra che fa a pugni col paranco di scotta della randa, i winch di scotta sul passavanti da arretrare un filino (e magari da posizionare sul paraonde), prevedere dei portelli per ispezionare il motore.
Interessante l’avvolgifiocco che non necessita di drizza (e quindi ne libera una), devo pensarci un po’ su se mi piace o meno ma interessante lo è di sicuro.
In mare la barca si è comportata straordinariamente bene, le condizioni non erano dure ma impegnative si. Non batte mai sull’onda, ha un buon passo, quando la fermi o in virata riparte bene e velocemente, anche inpiccata di vele e sbandata oltre il dovuto alla barra risulta sempre reattiva e mai dura. Da un’estrema sensazione di sicurezza. direi che il comportamente è ottimo per la famigliola in vacanza.
Direi che Cristian ha davvero disegnato un buono scafo, a lui vanno i miei personalissimi complimenti.
A me non pare per niente brutta, anzi. Vero è che ho una Fiat Multipla, però mi pare equilibrata ed elegante. E la barra del timone è bella, tipo Jeanneau sotto i 30 piedi.
Provata su strada la barca andava bene … adesso attendiamo il mare
;- ))))))