Il velista pagante |

Lunedì scorso sono uscito su uno splendido Dufor 385 Grand Large, la scusa era quella di testare una barca nuova appena scartata dal cellophane ma l’obbiettivo reale era quello di curare Matteo Rinaldi dalla sua sindrome da “velista pagante”. E’ convinto che, lo cito testualmente, “le cose belle e piacevoli vanno guadagnate” Un paio di millenni di cultura cattolica ed un corso di vela fatto a Chioggia producono danni incalcolabili sulla mente umana.

Per mettere in atto la mia strategia ho scelto una terapia d’urto:

1) scegliere come armatore ospitante Claudio Benetello, una delle persone più generose che conosca;
2) fargli credere, a Matteo, fino all’ultimo che non si sa se si uscirà o no “perchè sai… il meteo in movimento…”;
3) dargli appuntamento in tarda mattinata;
4) tergiversare… caffè prima di uscire, cicchetta, studiare un po’ la barca, quattro chiacchiere;
5) abusare del pilota automatico;
6) Gozzovigliare.

Arrivo a Caorle ed il punto 3 non riesce del tutto, da bravo “velista pagante” fatica a concepire l’idea di uscire in tarda mattinata o, peggio ancora, nel primo pomeriggio. Matteo è arrivato con ore di anticipo, lo trovo mentre stranito vaga lungo le banchine con la carta di credito in mano ed approccia passanti ripetendo ossessivamente le frasi “cauzione… bassa stagione… cauzione… tariffa giornaliera… cauzione…”

Dufour 385 gran large Matteo

(Nella foto Matteo mentre vaga)

Lo avvicino, gli appoggio una coperta sulle spalle, gli sussurro un… “tranquillo figliolo, sono qui io adesso…“, lo porto in barca ed inizio col punto 4 della terapia: vado al bar a farmi un caffè.

Torno dal bar e tergiverso, cicchetta, sguardatina alla barca… finalmente si esce. In canale Claudio gli passa il timone ed io inizio a scalpitare (sono pur sempre uno sparaboe) , si va su di randa… fuori dal canale si srotola immediatamente il genoa. C’è pochissimo vento, dico a Matteo di mettere in folle. Claudio sentenzia “secondo me si pianta”. Io “stai largo, fai respirare le vele e vediamo che succede”, lasco un filino di drizza. Claudio: “hai lascato troppo”. Io: “assa la che no ghe xe vento”.

La barca cammina con niente vento, dico a Matteo di spegnere il motore… silenzio… ascolto la barca per qualche secondo ed emetto un “uhmm…” di approvazione. Lo lascio sfogare un po’ al timone poi lo guardo e rigorosamente in dialetto gli dico “struca auto“. Lui “UH???”. “el boton rosso con scritto auto…” BEEEP… parte il pilota automatico, la barca guadagna immediatamente un nodo in velocità. Leggo pessimismo e fastidio negli occhi di Matteo.

Neanche il tempo di accorgerci e siamo fuori un 6/7 miglia, giusti in rotta per Cittanova, parte il punto 6 della terapia: tornemo indrio o megnemo? prima magnemo e dopo tornemo. Claudio sparisce e dopo qualche secondo riappare con panini, affettati e birre. Matteo mangia un panino solo e beve mezza lattina di birra, dice che è a dieta ma la sensazione è che in realtà non si voglia approfittare, la sindrome da “velista pagante” fa sempre capolino.

Per tramortirlo lo porto a prua e lo ammorbo con un pippone sull’estetica delle curve disegnate dalle cuciture del genoa e sull’influenza che hanno sulla vela le modifiche al punto di scotta.

Dufour 385 gran large vele

Si vira e si torna indietro, la termica si distende e la barca prende proprio un buon passo, dallo zaino di Matteo spunto una bottiglia di rosso “AARRRGGGHHH!!! qualcosa lo dovevi per forza portare?!?!

Il rosso è etichettato nientepopodimeno che Liedholm e su un equipaggio di 40enni e più non può non esercitare un certo fascino. Si stappa, una bomba da 13 gradi che andrebbe bevuta pucciando il pane direttamente nel grasso di porco che cola dalla griglia. Claudio esclama “questo xe forte, bisogna sugarlo…” e torna con un vassoio di biscotti. Partono i commenti da sommelier: “Un vino con un carattere alla Pruzzo… sento un retrogusto da scudetto del 82/83… si si con sentore di piedi di Paolo Roberto Falcao… colgo una persistenza al palato da sudore di Bruno Conti” e avanti così per 15/20 minuti.

Scherzi a parte… io ci capisco poco pero’ mi è parso davvero un gran vino.

Si rientra, botta finale alla fine alla sindrome da velista pagante: si molla la barca all’ormeggio senza rassettare niente e si va in pizzeria a mangiare (che io c’ho la fame atavica). Pizza (una in quattro, robe che se ci vede mia mamma gli facciamo pena e ci mette una monetina sul piattino) e birre. Mio fratello con studiata astuzia assesta un’altro colpo alla sindrome, dice di andare in bagno ed invece va a pagare il conto ghghghghghgh :-)

Matteo soffre una profonda crisi di astinenza da apertura e svuotamento del portafoglio e Claudio assesta il colpo finale: lo invita ad un week end in barca in crociera in data da destinarsi. Lo vedo prostrato ma ancora in piedi. L’ultima sua preoccupazione è dimostare alla moglie che è stato davvero in barca a vela senza un movimento di conto corrente (qualcuno giura di averlo visto aggirarsi per Vicenza martedì con un occhio nero).

Matteo RinaldiE’ stata una giornata dura ma la causa era giusta e ne è valsa la pena, il ragazzo ha fatto molti progressi. Ancora un paio di sedute e forse riusciamo a farlo disintossicare completamente.

(nella foto: il soggetto dopo la giornata di trattamento)

Ps. x Matteo: mi sono dimenticato di restituirti la carta di credito e lunedì sera ho fatto una strisciata qui in negozio da me, mi sono reso conto tardi che il mio è un negozio di biancheria intima e forse tua moglie guardando l’estratto conto ed incrociandolo con le date forse non avrebbe capito.

No Responses to “Il velista pagante”

  1. [...] Morale: io mi sono divertito assai. Anche perché molte cose le ha imbroccate. Leggete e giudicate. http://www.velablog.com/?p=1196 [...]

  2. haha spassosissimo!!!

  3. Bravissimo Sergio!
    Che risate !!
    ma guarda un po’ qualcuno che ripaga matteo con la sua stessa moneta!
    ;-)

    saluti
    skipper

    p.s. in effetti un’uscitella con voi tutti me la farei volentieri!

  4. Tze’, uno fatica tanto per dare il giusto imprinting e tu rovini tutto in mezza giornata!! :-)
    BV
    PS: vele fatte da?
    PS2: alla fine ha messo il padellino davanti l’albero, fatte prove a barca sbandata?

  5. Vele, mi pare, elvstrom sobstad.

    Il radar neanche acceso ma mi sono ripromesso di provarlo in un’altra uscita.

  6. Ah, quindi fornitura da cantiere? Pannellato triradiale in pentex?
    BV

  7. ahahah sempre fantastico Sergio!!! :-)

  8. Ebbravo Sergio… devo confermare che l’accoppiata Mistro-Rinaldi
    è davvero indovinata… non vi dico in barca !
    Vederli distesi a prua che fotografano le vele disquisendo di leggi
    fisico-aero-fluido-dinamiche (?) era il massimo.
    Siete tutti riinvitati per Agosto.
    Com.Claudino