Vento di Sardegna |
L’amico Hiroshi mi segnala che l’Open 50 Wind che fu di Pasquale De Gregorio è stato acquistato da Andrea Mura e Guido Maistro, hanno intenzione di farci la MOBY Roma x 2, il record di circumnavigazione della Sardegna (di cui per altro sono i detentori) e la Transat Jacques Vabre del 2009.
Questo mi offre l’occasione di fare un po’ di storia di questa, bellissima, barca.
Disegnata da Felci è un Open 50. La barca è nata malissimo per un errore, non di Felci, di progettazione/dimensionamento del sistema che doveva “reggere” la chiglia basculante.
Nonostante la chiglia difettosa si è fatta una Ostar (in quella edizione solo Star). Ad un certo punto della regata De Gregorio sente dei forti colpi, la chiglia oltre a basculare in senso trasversale basculava longitudinale. De gregorio ci mette due zeppe di legno e continua tenacemente fino alla fine. La Ostar gli serviva da qualifica per la Vendee Globe, regata che voleva fare a tutti i costi.
Finita la Ostar, quarto su otto mi pare, senza tempo e senza soldi De Gregorio ha fatto costruire due zeppe di una plastica speciale ed ha riattraversato l’Oceano per tornare in Europa.
Tornato in Europa non senza difficolta, le zeppe di plastica non erano la soluzione, ancora in crisi di tempo con la Vendee alle porte ed il sistema chiglia non più riparabile (ha rischiato veramente grosso), ha trasformato la chiglia da basculante in fissa ma a quel punto la barca non rispondeva più ai requisiti di raddrizzamento da scuffia a 180 gradi imposti dalla classe FICO – IMOCA ed ha dovuto aggiungere due ballast ad acqua appesantendo la barca e snaturandone profondamente il progetto di Felci.
Partito per la Vendee, unico Open 50 tra gli Open 60, con una barca a mezzo servizio e regatando di conserva convinto che la chiglia non fosse sicura al 100% (che brutta sensazione deve essere farsi 28000 miglia col dubbio) e’ arrivato nei mari del sud dove ha rotto una sartia bassa che ha riparato con una cima di (credo) spectra. La riparazione ha tenuto fino alla fine ma per farlo e’ stato costretto a fare un giro intorno all’albero che non gli ha consentito di dare tutta randa per il resto della regata.
Alla fine della festa, con una chiglia che non sai ed una sartia che forse ma con una tenacita’ che puo’ essere solo di pochi uomini Pasquale De Gregorio e’ riuscito a concludere la sua Vendee, ultimo degli arrivati ed acclamato da 20mila persone sui moli francesi, in 158 e passa giorni contro i 93 del primo, che in quell’edizione è stato tale Michel Desjoyeaux, e 37 giorni dopo il mai abbastanza compianto Simone Bianchetti.
Credo che al momento Pasquale de Gregori e Simone Bianchetti siano gli unici due Italiani (con la I maiuscola) ad aver portato a termine quella regata che ha reso grandi uomini come Moitessier e Knox Johnston.
Se questa sintesi ha solleticato la curiosità di chi l’ha letta consiglio caldamente il libro Oceani ad ogni costo di De Gregorio Pasquale e Palombi Andrea. Di cui presto scriverò una recensione.
grazie per aver raccontato la storia di una barca che, nonostante le traversie, ha fatto la storia della vela d’altura italiana; qualche perplessità mi rimane sul perchè Mura e Maisto, che proprio due gonzi non sono, si siano imbarcati in una classe ormai agli sgoccioli, e pure costosa, invece che puntare sui più nuovi e abbordabili class 40, classe nella quale si sarebbero confrontati con una flotta ben più agguerrita in regate davvero agonisticamente più stimolanti.
Mah, chissa…
Comunque per la cronaca il meccanismo di basculamento della chiglia è stato riprogettato e rifatto da zero, ora è ok, anche se la barca ormai non è certo un progetto innovativo, ma una veloce signora degli oceani con qualche acciacco sulle spalle
Bravo, mi sono dimenticato di dire che la chiglia e’ stata completamente rifatta, grazie per averlo segnalato.