Listini “giapponesi” |

Di Marco

Quando si compra una barca nuova, o si paragona il prezzo dell’usato, la cosa più difficile per un “novizio” è calcolare la differenza tra il prezzo presente sulle riviste (versione base, senza IVA e franco cantiere) con il costo effettivo della barca finita, in acqua e pronta per la prima crociera.

Questo è un calcolo abbastanza difficile perché la barca è appunto un oggetto complesso come una casa, e come una casa il grado di personalizzazione è molto ampio, specie appena si sale di misura.

E’ anche vero però che alcuni accessori diventano praticamente obbligatori in funzione della taglia della barca.

Nella maggior parte dei casi i listini dei cantieri tendono a lasciare come optional la maggior parte delle cose, comprese vele, dotazioni di sicurezza, elettronica etc. etc.

E’ quindi abbastanza capibile lo stupore per annunci di barche usate di un anno o due che costano più del prezzo di listino del nuovo.

A questa confusione si aggiungono le valutazioni dell’usato presenti sulle riviste di settore, che spesso prendono come prezzo di riferimento il listino del modello base, che nella realtà esiste solo virtualmente (nessuno compra una barca senza vele od elettronica).

Più o meno quello che accadeva, ed in alcuni casi ancora accade, nel settore automobilistico, dove le auto tedesche avevano un prezzo di listino a cui era praticamente obbligatorio aggiungere la quinta marcia, gli airbag, l’abs etc.

Poi sono arrivati i produttori giapponesi dove praticamente tutto è compreso nel prezzo di listino (al limite con un paio di allestimenti diversi) e questo ha creato una maggiore “trasparenza” anche sull’usato.
Nella nautica un produttore che ha imboccato questa strada pare essere Catana, certo i suoi prodotti indubbiamente non sono economici ma se prendiamo il nuovo 50 piedi vediamo che nel prezzo di listino di circa un milione di euro (ok, mica bruscolini :) ) sono compresi:

albero, traversa anteriore e bompresso in carbonio,

randa steccata su rotaia harken, fiocco auto virante su avvolgitore harken, code zero su avvolgitore harken e le vele sono di North Sails,

otto winch harken, di cui il principale elettrico,

pompa acqua salata per lavaggio ponte, dotazioni di sicurezza per 8 persone compresa la zattera,

salpancore da 2000 watt, compresa ancora da 42 kg e dotazioni d’ormeggio complete,

desalinizzatore da 240 l/h, inverter da 3000 watt, generatore da 7 KW, 6 batterie da 115 ampere a 24 V per i servizi, pannelli solari integrati per 400W,

lavatrice da 3 kg, impianto audio e video della Bose, elettronica completa di radar della Furuno con diversi ripetitori sia interni che esterni e doppia postazione autopilota,

ed a questo si aggiunge che la barca ha ovviamente due motori da 75 hp con eliche a 3 pale abbattibili, serbatoi per acque nere e grigie, doppio boiler etc. etc.

Nel prezzo sono comprese anche due mani di antivegetativa a base epossidica stese direttamente in cantiere, alla fine per essere pronti per la crociera manca solo il tender e, per i più esigenti, un impianto di climatizzazione (che avendo già il generatore non è una grossa complicazione) più ovviamente il trasporto (che nel caso di un catamarano meglio che sia il più possibile via mare ;-) .

Provate a prendere una barca di 50 piedi (anche se per lo spazio il confronto dovrebbe essere fatto con almeno un 65) aggiungere tutti questi optional e fare il prezzo finale.

Quale dei due è più trasparente?

Catana 50

No Responses to “Listini “giapponesi””

  1. ottima analisi.

    ma se volessi la barca senza tutte ste cose da “enterprise” a quanto le la fanno?

    - è un catamarano da crociera, direi che stare a fare i leziosi sull’albero in carbonio è un pelino esagerato, lo voglio di alluminio.
    - non mi lavo io quando sono in barca figuriamoci i vestiti, via anche la lavatrice :)
    - vado in barca per staccare col mondo, la TV te la puoi tenere.
    - le vele le faccio fare dal mio amico Sergio che costano meno e le fa meglio.
    - il fiocco lo voglio con le scotte da girare coi winch a mano per far fatica, quelle robe da fighetti autovitanti non le voglio.
    - in barca si risparmia corrente (regola d’oro), via il gruppo da 7 kW, 1,5 basta e avanza.
    - 2 motori? e che è? io vado a vela, ne prendo solo uno.

    delle cose che ci sono mi tengo: il dissalatore (ma da 100 l/h che son già esagerati), i pannelli solari, le dotazioni di sicurezza, l’elica (una) con pale abbattibili, i serbatoi grigio/nero e un solo boiler.

    “mi fa il conto per favore?
    ah, come non si può?…o tutto o niente?
    allora niente grazie!” :D

  2. Ovviamente ognuno ha il suo modo di vedere cosa serve e cosa no, ma il problema rimane sempre quello, che se gli optional ci sono nessuno vuole pagarteli, se non ci sono nessuno vuole comprarti la barca ;-)

    Prova a pensare a chi ti compra il “tuo” catana 50 con un solo motore ;-)

    E’ un po’ come voler vendere una berlina attuale senza il climatizzatore… ma ci sono i finestrini :-)

    BV

  3. si beh, ovvio che uno deve vedere che uso vuole fare della barca, se è una casa galleggiante in cui passare 15 giorni ad agosto con le bozze a terra sempre è un conto, se uno vuole una barca per navigare è un altro.

    quest’esempio mi sembra un’esagerazione del “tutto in uno” non puoi mettere l’albero di carbonio, la randa full batten attrezzatura harken manco fosse Alfa Romeo e poi mettere la lavatrice, la tv, lo stero, 2 boiler e un gruppo da 7 kW, dai!

    non è una berlina col climatizzatore questa, è una multipla con l’alettone e le cinture a quattro punti della sparco che però ha anche la playstation e il frigobar…:D
    siii onesto, vendi la multipla normale ad un prezzo ragionevole e poi chi vuole aggiunge tutto ciò che crede.

  4. E’ un esempio per eccesso ma vale per rendere l’idea della trasparenza…
    -
    Per dire… quando ti fai fare un preventivo Hanse prova a dirgli che come optional non vuoi il carico sul camion e che la barca te la carichi da solo a braccia. Per il 400 ti mettono in conto 500 Euro per il carico sul camion. Ti sembra un optional “rinunciabile”?

  5. No, ok, questo è un altro caso ancora…

    il fatto che la trasparenza fatta in questo modo poi rischia di limitare la flessibilità, se è tutto “di serie” mi costringono a spendere di più per cose che magari non voglio…(la giusta via di mezzo sarebbe l’ideale)

    come per le macchine: perchè mi devi mettere i sedili riscaldati di serie? non li voglio, sugli altri modelli dove di serie non sono li fai pagare 1000 euro, fai il favore di vendermi la macchina senza e farmi pagare 1000 euro in meno. (questo discorso vale per altre 100 puttanate che cercano sempre di rifilarti come le suolette di footloker :D )

    per la trasparenza ammetto che il “trafiletto” da rivista o annuncio non può fornire tutte le informazioni, ma prima di comprare una barca uno ci pensa su bene, basta fare un sito ben fatto dove ti costruisci il preventivo come vuoi, perdi 10 minuti di tempo ma almeno hai la barca come ti piace e non una soluzione “imposta” prendere o lasciare. ;)

  6. Quello che volevo provare a chiarire è che i listini con tanti extra rendono di difficile comprensione i prezzi degli usati a chi non ha mai comprato una barca nuova (od almeno richiesto un preventivo vero). In quest’ottica Catana (ma forse ce ne sono altri) ha preso una strada diversa. Di sicuro tra 3 anni la quotazione dell’usato che troverai sul giornale della vela sarà più realistica di quella di un Hanse 400 (stiamo sempre parlando di esempi).
    Sull’utilità o meno di certi accessori è soggettivo ed ovviamente dipende anche dalla taglia della barca.
    Ultima cosa, anche il prezzo degli accessori cambia a seconda che siano previsti su tutta la produzione o solo a richiesta, sia per una questione di forniture che di organizzazione della linea produttiva (te ne accorgi quando richiedi di non montare un accessorio di serie ;-) ).
    BV