Ho portato mio fratello a fare un giro in barca |
Ieri ho portato mio fratello a fare un giro col barchino, la sua prima volta su una barca a vela, temo gli sia piaciuto
Arriviamo al porto, si e’ riempito di barche e svuotato di automobili.
Usciamo dal porto verso le 9 di mattina con una certa foschia ma con una brezza leggera da borino/tramontana che come prima volta va proprio bene. E’ giovedì, il cielo e’ parzialmente nuvoloso e quindi non c’e’ nessun motoschifo in giro, godo.
Mezzo miglio avanti a noi un’altra barca risale il vento, non mi piace fare le garette ma qualche volta un termine di paragone fa piacere averlo. Dopo un paio di bordi abbastanza piatti dove mi rendo conto di aver guadagnato pochissima acqua rispetto al faro (anche per colpa del giro di correnti) decido di iniziare a regolare le vele come Dio comanda e inizio a stringere, stringere, stringere… al limite del rifiuto. Il faro inizia ad allontanarsi, tengo d’occhio l’altra barca per accertarmi che il termine di paragone sia valido e dopo 3/4 miglia colui tira un bordo dietro. Bon, son contento.
Decido di tornare indietro per non allontanarmi troppo, in poppa sarebbe una sofferenza. Poggio, strambo e comunico a mio fratello che questa e’ un po’ l’andatura della sofferenza, lo faccio sedere sottovento, mi siedo sottovento (100 kg a testa sottovento ) e gli spiego perche’, la barca inizia a camminare.
Suona il cellulare, e il venessian… “come stai? … eh no podaria star meio, son in barca…” naturalmente la cosa immediatamente successiva che mi chiede e’ com’e’ il vento.
Come metto giu’ il cellulare spunta il sole e il vento sparisce per 2 minuti per poi ricomparire ruotato a scirocco, grazie ALE! .
la bolina larga traverso e’ la sua andatura e che ci sia poco o tanto vento il 210 va che e’ un piacere, col mare piatto poi sembra di viaggiare su rotaie.
Dopo un po’ vedo che il vento tiene e comunico a mio fratello che lo portero’ in gita alla bocca di porto del Lido. La barca va, il pilota automatico fa il suo lavoro, e’ giunta l’ora di farsi un panino col musseto (mortadella) e una birra. Si sta proprio bene.
La brezza rinforza progressivamente, arriviamo presto, possiamo pure toglierci lo sfizio di entrare, se prendo la diga allineato ai pennelli mi ritrovo praticamente a fil di ruota, decido di entrare il piu’ possibile vicino alla diga nord per tagliarla in diagonale e fare almeno un lasco. Una barca bolina per uscire, prevedo che se quello e’ l’angolo al vento che faremo anche noi mi tocchera accendere il motore per non fare troppo tardi, ci provero’ comunque.
Dietro gli alberi vedo i camini della Ikarus palace in partenza per la Grecia, decido di aspettare che passi prima di prendere la via del ritorno, non mi va di bolinare in diga col fiato di quel bestione sul collo.
Il bestione passa, orzo e inizio a risalire, risento parecchio delle turbolenze e qualche volta mi tocca poggiare decisamente ma appena lui si allontana il vento si stabilizza. Esce un’altra nave, preceduta dal pilota, va in cul, mi tocchera fare un bordo a perdere… ma ci provo lo stesso e fare in modo di passargli dietro senza essere costretto a poggiare … stringo stringo stringo, faccio la barba alla diga sud e viro, mi ritrovo in rotta su una meda, se riesco a passarle sopravento scapolo anche la nave ed esco altrimenti ciccia, cazzo randa a ferro, la impicco, la porto orziera, approfitto di ogni raffica per guadagnare al vento.
Vinco l’ingaggio con la meda passandola sopravento e passo dietro alla nave senza poggiare, esco dalla bocca di porto e ne avanzo pure. Mi cago nelle braghe dalla contentezza per quanto e’ una gran barca il First 210 nonostante la coltivazione di cozze sulla carena, nonostante le vele fiacche per l’eta’.
Siamo fuori, il vento aumenta ancora, il mare inizia a montare e compaiono le prime pecorelle, la metto in rotta per 60, attacco il pilota e via un panino col prosciutto, sono la 15.45, la barca e’ un missile mio fratello guarda la scia e ha un sorriso soddisfatto stampato in faccia.
lle 17 spaccate siamo davanti al faro di Jesolo, 1 ora e 15 per coprire 7 miglia e rotti, non male, son proprio contento.
La contentezza svanisce quando mi ritrovo a combattere con la piu’ brutta scontratura che mi sia mai capitato di incrociare, e’ piovuto parecchio nell’entroterra durante la giornata e il fiume gonfio lotta col mare e col vento contrario alla sua corrente per uscire. Per chi conosce la zona l’acqua era molto agitata fino a dopo la prima curva sotto al ristorante terrazzato e c’era comunque scontro fino alle porte vinciane dell’ingresso del porto turistico, dove ho potuto finalmente di nuovo rilassarmi. L’ingresso al mio posto barca ormai lo faccio praticamente millimetrico
Scontratura a parte, una gran giornata di vela, una gran soddisfazione per il mio barchino. Peccato il vento non fosse a scirocco fin da subito, avrei potuto portare mio fratello in gita a Piazza S. Marco. E sarebbe stato proprio un bel vedere come prima giornata su una barca a Vela.