Regata nazionale open di Chioggia, classe 2.4 9/5 |
Di verificare la regolazione del sartiame per quel problema di bolina mure a sinistra non mi passa neanche per l’anticamera, non c’e’ tempo, ma faccio ripristinare la ridotta della scotta randa. Decido anche che non essendoci posizioni decenti da difendere vale la pena di utilizzare la randa nuova per studiarne le regolazioni piu’ apropriate e fare dei test di velocità con qualcuno che non siano i miei soliti compagni di squadra.
Propongo la cosa al “capo” e stranamente condivide la mia scelta, come aveva condiviso la decisione del giorno prima di utilizzare la randa vecchia. Evidentemente inizio a non dire solo stronzate… a farle magari si ma a dirle no
Usciamo dalla diga e scopro che c’e’ una bella onda lunga. Mi preoccupo per la mia compagna che e’ ospite sul Frizz in barca giuria, e’ salita gia’ qualche volta su un cabinato ma mai con onda lunga e temo soffra il mal mare (magari anche a causa di quei due bicchieroni di caffelatte che si e’ scolata in mattinata). Essere appassionati di vela e mare e avere una compagna che soffre il mal di mare sarebbe proprio una gran sfiga Alla fine mi dirà che ha trovato il cullare dell’onda piuttosto gradevole…
EVVIVA!!!!
Messo da parte il pensiero della compagna mi consolo per il fatto che almeno “per oggi non saranno secchiate d’acqua fredda”
Sul campo di regata c’e’ poca aria, il mio istruttore in seconda mi fa notare come l’istruttore di quelli bravi sia andato a misurare la corrente gettando in acqua vicino alla boa di partenza una bottiglietta di plastica (poi l’ha raccolta), prendiamo nota. Sempre l’istruttore di quelli bravi mi fa mettere di bolina e mi aiuta un po’ consigliandomi con le regolazioni e facendomi dare una forma meno imbarazzante (Beppe cit.) alla randa lavorando sul paterazzo.
Inizia la prima prova e sul lato sinistro del campo di regata c’e’ pochissima aria mentre sul lato destro c’e’ ne di piu’. Io da scarsone che sono non potevo che andare a prendere il lato sinistro. Non serviva un genio per vedere le formichine sull’acqua… ma che io non sia genio e’ cosa quanto mai nota.
Girata la prima poppa la boa di bolina verra’ spostata per adeguarla al salto di vento.
Per non farmi mancare niente mi si rompe il primo garroccio del fiocco, quello subito dopo al punto di mura, non un gran danno, fosse stato piu’ in alto…
Seconda prova senza particolari avvenimenti da segnalare, il vento e’ aumentato un pochino e io mure a dritta vado esattamente come gli altri mure a sinistra scado inesorabilmente sottovento. Col senno di poi avrei potuto cercare di partire il piu’ possibile in barca giuria per prolungare la porzione di gara mure a dritta… ma col senno di poi potevo anche vincere la regata.
Terza prova stessa solfa a parte una manovra alla cazzo fatta in faccia ad un mio compagno di squadra che a sua volta sara’ costretto a farla in faccia alla segretaria della classe, la corrompero’ con una bottiglia di buon prosecco perche’ non protesti me e il compagno di merende.
Nella seconda prova assisto ad un classico della linea di partenza… due barche, una sotto e una sopravento, quella sotto chiama acqua per orzare e cacciare fuori l’altro, quella sopra non risponde prontamente per non uscire. Vengo chiamato a testimoniare, mi rompe un po’ perche’ sono proprio i due che si giocano la partecipazione all’olimpiade e non vorrei che alla fine una mia sensazione decidesse a chi tocca Atene. Parlando col giudice (non entrando nello specifico) capisco che ha visto tutto e mi consolo capendo che alla fine quanto diro’ sara’ inifluente.
Alla fine su 6 prove faccio un 8 – 12 – 12 – 12 – 9 – 11 su 13 barche, scarto un 12 e mi piazzo undicesimo.
E’ solo la mia terza regata, quell’8 che poteva essere un 5 e quel 9 che poteva essere un 6 senza dei giri di boa fatti alla belin di segugio mi fanno ben sperare.
In fondo poteva andare peggio, poteva anche piovere.
Una menzione speciale al compagno di squadra Andrea Piva, che nonostante le sue
condizioni fisiche, le condizioni climatiche di sabato e a solo la sua seconda uscita in 2.4
e’ riuscito a portare in fondo la barca in tutte e le sei le prove. Eroico!